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Secondo alcuni ritrovamenti archeologici, si fa risalire la nascita dello Sciamanesimo a circa 30.000 anni fa.

Esso è probabilmente la Pratica spirituale più antica attraverso la quale l’uomo ha stabilito un contatto con il divino e portato il Sacro nella quotidianità.

Non è possibile assimilare lo Sciamanesimo ad una religione, in quanto quest’ultima, almeno nella sua accezione odierna, è un complesso di credenze, norme morali, atti di culto e dogmi, attraverso i quali gli uomini manifestano il loro sentimento spirituale di dipendenza nei confronti di una o più divinità.

Lo Sciamanesimo, proprio per la tipologia delle sue Pratiche estatiche, si può più correttamente definire come una pratica spirituale e magico-religiosa che permette di entrare in contatto con le potenze soprannaturali e divine relative alla propria cultura e fede, celebrando riti che sono a carattere magico e non religioso.

Esso prevede la capacità di intervento e di interrelazione tra l’individuo e la divinità, tra l’uomo e gli Spiriti preposti. Lo Sciamanesimo è dunque una Pratica “attiva” che permette all’individuo di sperimentare direttamente attraverso tecniche estatiche, pratiche rivolte alla Natura, al mondo del Sacro e del Divino.

In un interessante libro intitolato “La Via dello Sciamanesimo Boreale” di Davide Melzi, l’autore, pur sostenendo l’impossibilità di paragonare tale Pratica ad una religione, suggerisce e rafforza tale differenza definendo lo Sciamanesimo non tanto una “religione del Credere” quanto una “religione del Conoscere”.

Privo altresì di una casta sacerdotale, non si accede a tale Pratica per desiderio personale o per trasmissione ereditaria, ma solo a seguito di una Chiamata che arriva dall’Alto.

Il termine “Sciamano” deriva dal tunguso “Saman” ed indica un operatore magico-sacrale, padrone di tecniche estatiche che gli permettono di Viaggiare attraverso i mondi sottili per incontrare Spiriti e Dèi che compartecipano all’esistenza della propria terra e dell’esistenza stessa.

Egli è anche un canalizzatore attivo, cioè in grado di fare da ponte tra le realtà fondamentali del cielo, della terra e delle regioni infere e, soprattutto, di interagire in esse e con gli Spiriti Alleati.

Grazie alla sua preparazione tecnico-spirituale e grazie alle Guide Spirituali, è in grado di intervenire direttamente e coscientemente sulla malattia, sia essa dell’individuo che della collettività tutta.

Ma il suo intervento non si limita a questo già di per sé importante compito: egli è infatti un baluardo antidemoniaco, in grado di combattere efficacemente non solo le malattie, ma anche spiriti malvagi e i maghi neri. Non è raro infatti trovare nel suo equipaggiamento magico armi di vario tipo (arco, frecce, spade, pugnali…..), attraverso le quali combatte simbolicamente gli elementi nocivi e permette alla propria comunità una difesa magico-psichica di grande potenza.

Come intermediario tra i tre Piani di esistenza inoltre, lo Sciamano è anche psicopompo, in grado cioè di accompagnare l’anima del defunto verso la sua nuova sede dopo la morte del corpo fisico.

Sciamanesimo oggi

Osservando l’evolversi dello Sciamanesimo attraverso le epoche si può riscontrare che tale Pratica, pur mantenendo gli aspetti concettuali di base, ha portato nel corso dei secoli mutamenti sostanziali soprattutto nel modo operativo.

Gli individui di oggi poi, hanno una struttura fisica e psicologica completamente diversa da quella delle epoche antiche, così come differenti appaiono le necessità e le motivazioni. Come è possibile dunque pensare che il “modus operandi”  dello Sciamanesimo ricalchi esattamente quello di 2000 anni fa?

Nel corso delle epoche poi, a causa del tentativo di sradicare culture e tradizioni al fine di favorire visioni culturali e religiose nuove, molte cose sono andate perdute e altre si sono naturalmente adattate alla trasformazione delle epoche. Non bisogna dimenticare però che lo Sciamanesimo, come altre Pratiche del resto, opera principalmente per elevare la coscienza individuale. Le tecniche, importanti ma non fondamentali, si possono evolvere in assonanza con il cambiamento dei tempi. Quello che non può e non deve mutare sono i valori e i concetti base.

Oggi l’approccio allo Sciamanesimo e alle sue Pratiche viene fatto in modo diverso rispetto ad una volta. L’obiettivo però è quello di permettere, a chi lo vuole e a chi ha una percezione della vita più ampia, di percorrere un pezzo di strada Praticando con la Natura e i suoi Elementi, ristabilendo tramite essi un contatto con una parte profonda di se stessi e di apportare sostanziali miglioramenti nella propria vita. Questo è lo Sciamanesimo di oggi, nel rispetto dell’essenza, dei concetti, dei Princìpi e dei Valori delle antiche Tradizioni.

Sciamanesimo Nordico-Scandinavo

La Tradizione del Nord Europa è caratterizzata da questa Pratica magico-spirituale. Il Mito nordico, Carmi e Saghe indicano inconfutabilmente la presenza costante dell’elemento sciamanico, soprattutto mediatoldelle Rune.

Nella Voluspà (La Profezia della Veggente) la Veggente interrogata, parlando dell’inizio del mondo e della sua fine, sottolinea il sacrificio di Odino alla fonte di Mimir per ottenere la Conoscenza. Sempre nello stesso testo, citando le tre Norne, si parla dell’incisione di Rune da parte loro su assi di legno. Si riferisce inoltre dell’Yggdrasill, il Grande Frassino che sorregge l’universo intero. Esso è parte fondamentale della Tradizione nella Vecchia Fede, così come l’ Albero universale è parte delle Tradizioni sciamaniche di tutto il mondo. Nella Canzone dell’Eccelso (Hàvamàl) Odino accenna al suo sacrificio sul Frassino per sanders-odhinn-1raccogliere le Rune e della cautela che l’uomo saggio utilizza nell’impiegarle. Tale sacrificio ha un’evidente connotazione di percorso sciamanico.

In altri Carmi si parla di trasformazioni di Wotan (Odino) in animali per conquistare l’idromele, o per compiere viaggi in giro per il mondo, ma anche della sua capacità di viaggiare in luoghi lontani, “lasciando che il corpo giaccia addormentato nella sua tenda”. “Odhinn kunni thà ithròot , er mestr màttr fylgdhi, ok framdhi sjàlfr, er seidhr heitir” (Odino possedeva l’arte da cui scaturisce un grande potere e che egli stesso esercitava, che si chiama magia).  YNG 7.  Relativamente al Seidhr si possono trovare descrizioni abbastanza dettagliate sia nella Sagna di Oddr della Freccia che di Erik il Rosso.

La prerogativa inoltre di trasformarsi in animali e uccelli (corvi e aquile) per aiutare gli eroi, non è solo di Odino ma anche di altre divinità.

Nel Carme di Sigrdrifa poi, l’uso delle Rune viene indicato per effettuare Guarigioni e incantesimi. Si dà molta importanza inoltre ad elementi come la divinazione e la stregoneria (Fjolkyngi), arte quest’ultima che significa “molta conoscenza” e che nulla ha a che vedere con lo stereotipo che si conosce oggigiorno di essa, alimentato da una visione religiosa medioevale sicuramente esasperata e coercitiva, della quale ancora oggi se ne sente il retaggio. L’uso da parte degli antichi scandinavi di ricorrere a Pratiche dei Lapponi (che nella letteratura norrena vengono considerati come maestri di magia) è largamente testimoniato.

E’ proprio la somma di tutti questi elementi insomma, che ricorrono costantemente nelle più celebri raccolte in prosa, a confermare come la Tradizione Nordico-Scandinava abbia delle indiscutibili basi sciamaniche.

Un particolare aspetto dello Sciamanesimo che si riscontra nelle nostre Tradizioni, è quello dell’impiego di Guerrieri votati a Odino e appositamente preparati con tecniche e conoscenze sciamaniche: i Berserker e gli Ulfedhnar, ai quali verrà dedicato un post a parte.