Quando iniziai a conoscere la Tradizione del Nord Europa correva l’anno 1976, 48 anni fa.
Allora non esistevano ne internet, nè associazioni o gruppi di lavoro e si era agli albori dell’Ásatru. Lo stesso termine Ásatru è un neologismo coniato proprio in quegli anni quando in Europa nel 1972 sulla spinta del Goði islandese Sveinbjörn Beinteinsson, la prima organizzazione Ásatruar venne fondata in Islanda.
A cavallo tra il 1976 e il 1977 ebbi la fortuna di incontrare a Milano, mia città di nascita, Emilio They, il mentore che guidò i miei primi passi verso la conoscenza e il Culto di Odino. Al tempo esistevano solo rarissimi libri che trattavano della Tradizione del Nord e delle Rune e tutta la Conoscenza, come del resto è sempre avvenuto in tutto il mondo, veniva trasmessa da bocca a orecchio e attraverso la Pratica.
Oggi l’avvicinamento a questa antica Tradizione e all’antico culto è possibile e agevolata da banche dati come internet, gruppi e associazioni più o meno credibili e affidabili e da una miriade di libri non sempre di una reale consistenza conoscitiva. Tralasciando volutamente i vari gruppi italiani e mondiali dove emergono più tendenze politiche (di tutti i tipi sia chiaro!) e faziosità personali, mi preme invece soffermarmi sui vari testi, articoli e siti web che trattano del Culto e della Tradizione Nordica. Per esperienza posso affermare con assoluta tranquillità e certezza che l’unico modo per crescere interiormente ed evolversi è quello di Praticare. Sono tante le persone acculturate che si occupano soprattutto dell’ambito storico o archeologico o che conoscono a menadito passi dell’Edda o della Völuspá… ma la conoscenza culturale di una Tradizione (come del resto di qualunque altro settore quotidiano) soddisfa unicamente la parte mentale e razionale senza creare dinamiche interne di crescita. Ci si potrebbe chiedere il motivo per il quale un individuo dovrebbe evolvere…. Credo sia convinzione comune che l’essere umano sia su questo Pianeta principalmente con l’obiettivo di crescere e di assolvere al proprio compito (eh si.. perché tutti ne abbiamo uno, che ci si creda o meno), indipendentemente dal fatto che se ne sia consapevoli o meno. Se questo concetto viene accettato e condiviso, allora risulta chiaro come un sentiero sia solo un mezzo per raggiungere una meta. Ma per raggiungere tale meta è necessario percorrere il Sentiero, in altre parole Praticarlo. Libri , articoli e siti web non possono sopperire in alcun modo alla pratica diretta che, per inciso, è l’unica vera possibilità di acquisire interiormente ciò che un buon libro riporta. A tal proposito voglio ricordare che un libro è sempre l’esperienza di colui che l’ha scritto, non di chi lo legge. L’autore del testo condivide con lo sconosciuto lettore la sua esperienza e offre a questi solo spunti che nella maggior parte dei casi rimangono inscatolati nella mente del lettore. Parole sublimi e concetti elevati sono sempre e solo teoria che, se non sperimentata e applicata direttamente, ha unicamente il compito di soddisfare la parte razionale. Il banco di prova di un’acquisizione rimane sempre e solo il proprio quotidiano. La teoria è un passaggio importante ma senza la pratica essa rimane vuota. Chi mai si accontenterebbe nella quotidianità di bei concetti? Chi non vorrebbe che belle parole fossero trasformate in fatti? In definitiva ciò che fa la differenza è la pratica. Una buona Via ha il compito di condurre l’individuo verso la Meta. Non esiste un Sentiero migliore di un altro così come non esiste un vestito adatto a tutti. Ognuno calza l’abito più adatto a sé. L’importante è capire e comprendere quale sia il proprio Sentiero ma è altresì fondamentale intraprenderlo.
Vale a questo punto la citazione: “Prima o poi capirai, come ho fatto io, che una cosa è conoscere il sentiero giusto, altra cosa è imboccarlo” (The Matrix)
Úlfgaldr Valtýsson