Un princìpio fondamentale di tutte le tradizioni arcaiche è l’Animismo secondo il quale tutto ciò che esiste su questo pianeta ha un’anima e uno spirito. Questo concetto è stato e rimane un elemento cardine per tutte le tradizioni arcaiche, le quali hanno spesso, per loro natura, una caratteristica di stampo sciamanico. La società attuale è profondamente diversa da quella arcaica, sia come struttura sia come esigenze. Le comunità arcaiche vivevano per lo più con un numero di abitanti limitato e spesso erano a contatto con la natura. Da questo punto di vista la vita era sostanzialmente migliore rispetto a quella attuale benché ci fosse un rovescio della medaglia: la durezza e le difficoltà della quotidianità che gli antichi conducevano. L’età media di vita era minore rispetto all’attuale e si moriva per malattie che oggi sono invece curabili. Per contro oggi esistono problematiche di salute e di vita che gli antichi non conoscevano e i valori che regolavano vita e morte erano ben diversi, e certamente migliori, rispetto a quelli dell’epoca attuale. Il distacco tra le due realtà è notevole ed è questo uno dei motivi per i quali sempre più persone oggi riscoprono valori antichi nel tentativo di vivere una vita che sia degna di tale nome. Pensare però di vivere esattamente come vivevano gli antichi è oggettivamente non solo utopistico, ma anche sbagliato. Oggi è necessario portare avanti le Pratiche che hanno contraddistinto i nostri Antenati contestualizzandole nell’epoca attuale. Il compito al quale siamo chiamati è questo. Ma perché ciò avvenga sono necessari alcuni passaggi, sia in termini di comprensione che di Pratica. Non possiamo e non dobbiamo rifiutare elementi odierni quali ad esempio la tecnologia, ma nel contempo questi non devono distrarci da ciò che realmente ha valore nella vita di ognuno. Non possiamo, viceversa, celebrare gli antichi rituali come venivano officiati una volta, ma essi devono essere rivissuti in forma contestualizzata senza perderne né il senso né il valore profondo. Come sempre accade l’equilibrio è la miglior medicina. Esistono dunque differenze d’approccio fondamentali, ma ciò che non può essere perduto o modificato sono i valori che contraddistinguono l’individuo, la famiglia, il gruppo e la comunità. Gli uomini arcaici avevano un grande vantaggio rispetto agli uomini moderni: erano connessi con la Natura e quindi erano collegati con quello che definiamo divino. Questa connessione era data principalmente dal tipo di vita che conducevano, una vita comunque più dura rispetto a quella di oggi, che è invece intrisa di comodità e staticità fisica. È la società “civilizzata” e industrializzata ad imporre questa linea. Le energie dell’individuo non scorrono o scorrono poco, creando blocchi che talvolta sfociano in disagi, frustrazioni e malattie. Oggi il grande lavoro al quale si è chiamati è quello di ripristinare questa connessione con se stessi e con la Natura, ma perché questo possa avvenire è necessario entrare a contatto con i suoi Elementi e con l’utilizzo del corpo. Come già detto anticamente si viveva una realtà molto più dura e quando si vive una vita simile il corpo si tempra. È necessario comprendere che il corpo fisico non è solo mera materia grezza ma una parte importante del nostro Spirito. Il corpo è il mezzo mediante il quale il nostro Essere sperimenta e si esprime su questo pianeta. Purtroppo le grandi religioni hanno fatto danni notevoli in tal senso, insegnando un modo di pensare e vivere teso alla repressione. È invece indispensabile comprendere che il corpo materiale è il mezzo mediante il quale lo Spirito sperimenta nel campo materiale (la Terra) imparando a conoscere e riconoscere i propri flussi energetici, a rielaborarli, a purificarli, a farli fluire e a direzionarli, evitando così disagi e conflitti interiori. Riscoprirsi, riconoscersi, dare un senso compiuto alla propria esistenza è l’unico modo per vivere una vita degna di questo nome. Riconnettersi. Tornare a casa. Ma perché questo possa avvenire dobbiamo passare attraverso l’uso del corpo, indipendentemente dallo strumento utilizzato. Le Vie sono dei mezzi non dei fini. Il mezzo che noi utilizziamo è la Tradizione Nordica nelle sue Pratiche legate allo Sciamanesimo e l’uso del corpo in questi contesti è fondamentale. Non si può pensare che tutto quanto avvenga solo nella sfera della mente o solo nella sfera della “meditazione” statica. Così come non si può pensare ad una comprensione e ad uno sviluppo che passino unicamente attraverso la teoria. Per imparare la teoria di qualcosa è sufficiente accedere ad una buona banca dati su Internet, seguire qualche conferenza, parlare con qualcuno che sia realmente a conoscenza dell’argomento o leggere dei buoni libri: pertanto acquisirla non è difficile. La difficoltà inizia quando la teoria deve essere messa in pratica realizzando concretamente ciò che essa ci ha dato come base. Questo è il punto nevralgico, poiché senza la Pratica nessuno otterrà nulla. Provate per un attimo a pensare a quando avete preso la patente: non è stato sufficiente fare il corso teorico, avete dovuto fare pratica per poter passare l’esame di guida. Allo stesso modo in tante professioni (legale, medica, ecc…) si deve fare tirocinio, cioè si deve fare pratica per poter mettere in campo concretamente ciò che è stato appreso in forma teorica. Con l’evoluzione, la riconnessione e la guarigione il procedimento è lo stesso: non è possibile giungere ad un risultato solo con la conoscenza teorica, ma unicamente attraverso la pratica.
Questo è ciò che viene sperimentato nel Percorso di Thule: lavorare con il corpo per giungere alla presa di coscienza di se stessi, valorizzando le energie interne e utilizzando il nostro corpo facendolo diventare un ponte tra i vari Piani.
L’uomo e l’albero presentano diverse similitudini. Infatti, nella nostra Tradizione, il primo uomo è un frassino e la prima donna un olmo, due tronchi d’albero senza destino ai quali gli Dèi donano vita, colore e movimento. Le radici di un albero affondano nel Regno di Sotto, il tronco sta nella Terra di Mezzo, mentre i rami salgono verso il Regno di Sopra. Un albero è a tutti gli effetti un’antenna che mette in collegamento i Tre Piani. Così è l’uomo con il suo corpo e mediante questo è possibile contattare tutti i Piani facendo fluire le energie, così come la linfa di un albero scorre dalle radici ai rami. La simbologia dell’albero non è importante e sacra solo nella nostra Tradizione, ma lo è per tutte le tradizioni antiche a carattere sciamanico, dove l’albero o il palo simboleggiano l’Asse Cosmico sul quale è possibile Viaggiare attraverso i Mondi e attraverso gli Stati dell’Essere. E questo deve avvenire attraverso il corpo. Ovviamente ognuno userà il proprio corpo sulla base di quello che sono i suoi limiti e a nessuno potrà essere chiesto di utilizzarlo oltre le proprie capacità. Ma ciò non toglie che il corpo deve essere utilizzato. Senza ciò la teoria è solo “aria fritta”. In conclusione, qualunque sia la vostra Via, rivalutate e valorizzate il vostro corpo e il suo utilizzo, perché sarà questo lo strumento che vi ricondurrà ”a casa”.