«Gli Dèi attraverso la conoscenza e gli uomini attraverso la magia sanno già che tutto è stabilito, collegato strettamente da leggi ferree, anche che la sconfitta e la morte possono essere il termine ultimo del loro operare.
L’eroe nordico sa già cosa lo aspetta, eppure non flette minimamente dalla sua impresa.
In ognuno di noi si incarna il Destino, ha presieduto attraverso i Numi tutelari alla nostra nascita e ci ha insufflato un’energia vitale, una forma interna che ci rende capaci di partecipare, nel senso totale della parola, al sacro, come i suoi depositari e custodi, e che ci dà una dignità grandiosa nel momento in cui lo accettiamo, ce ne facciamo agenti collegandoci, come circuiti elettrici, con tutto il flusso trascendente. Assumendoci questa veste di dignità sacrale accettiamo anche di compiere fino in fondo ciò che il Destino ha stabilito, anche se il cuore trema i visceri sono attanagliati da un urlo di ribellione. Il senso della nostra vita e allora “gæfumaðr”, essere testimoni del Sacro. Il vero peccato assoluto e completo e il distaccarsi da questo flusso spirituale, il mancare alla propria dignità. La legge più alta, la suprema unità della vita di un uomo è “Ørlog”, la norma dell’agire in base al nostro compito.
L’accettazione del sacro in sé nella sua pienezza è la pace, e pace è perduta proprio per un mancamento all’onore delle leggi. Lo spergiuro è colui che rompe il contatto fra sé e il divino flusso che lo trascende, il mondo e le potenze che lo tengono insieme si oscurano. Nella corrispondenza macrocosmo-microcosmo questo fenomeno trova un continuo svolgersi di paralleli, fra gli eventi degli Dèi che, resi spergiuri e quindi fuori dall’Età dell’oro, Ørloglausa loro stessi, marciano sereni verso il loro Ragnarök, senza flettere minimamente, accettando fino in fondo il loro ruolo e quindi rivestiti di una dignità nuova, fino al combattimento finale che li annullerà, sì, ma che permetterà rinasca un nuovo mondo aureo e purificato. E paralleli fra gli eventi degli uomini, che da questo mito traggono esempio e insegnamento, se hanno mancato al “sacro” in loro debbono restaurare un’antica dignità. Il principio solare, Baldur, allora muore – il suo però è un oscuramento temporaneo fino al suo ritorno dopo il lavaggio con le acque e col fuoco. E dopo questo lavaggio che arriva «qualcuno superiore a tutti», agli uomini e agli Dèi nel mondo costruito con l’oro:
«Sal sér hon standa sólu fegra
Golli thakdhan á Gimléi» (Völuspá 63)
cioè «una sala più bella del sole, coperta d’oro, che sta sul Gimlé». In questo mondo il nuovo Governatore arriva, un «signore possente» viene detto in Völuspá 65, «colui di cui non oso pronunciare il nome» in Völuspá hin Skamma 14, che prenderà il posto di governo delle Potenze antiche tramontate».
Tratto da Il Ragnarök processo storico ed evento sottile
Professor Emilio They
Ed. Archè Milano 1978