29 maggio, 2023

Runa Mannaz e l’evemerismo

Runa Mannaz e l’evemerismo

“Mannaz è la seconda runa Hog ed è questo il motivo per il quale al contrario di tutte le altre Rune, non è contenuta all’interno della Runa Madre. La traduzione letterale dal norreno è “uomo”, benché tale termine vada qui inteso anche come essere integro e quindi interpretato come “dio” sul Piano terreno. Colui o colei che raggiungono uno stato elevato di Coscienza e Consapevolezza sul Piano umano possono senz’altro essere considerati tali, pur con le loro inevitabili imperfezioni, al pari degli Dèi discesi sulla Terra nelle epoche arcaiche.

Spesso la mente umana nella sua grande limitatezza non riesce a comprendere che una qualsiasi forma spirituale, nel momento in cui entra nella materia, acquista inevitabilmente meccanismi tipici di questa forma umana, poiché deve limitare il proprio essere in un corpo fisico. Ad esempio, essa non può sottrarsi al decesso o all’imperfezione. Questi difetti, seppur ridotti rispetto a quelli dei comuni mortali, sono acquisiti in modo automatico ed inevitabile nel momento stesso in cui una forma divina riveste abiti mortali per camminare sulla Terra. Se questa teoria fosse accettata il concetto dell’evemerismo verrebbe rivisitato. Esso infatti, come posizione filosofica della religione, sostiene che gli Dèi siano solo rappresentazioni di eccezionali soggetti umani divinizzati mediante processi di trasformazione attuati da una tradizione orale che è stata tramandata e solo successivamente trascritta. Questa concezione razionalizzante del mito cadrebbe se si desse spazio ad una visione più spirituale che vede gli Dèi all’origine come degli Archetipi. Questi, con lo scopo di creare o modificare concezioni, tendenze o situazioni sul Pianeta, rivestono “abiti” materiali per realizzare i loro obiettivi a favore sia di se stessi che degli uomini. In un’azione di tale genere, essi non possono non risentire, almeno in parte, delle leggi che governano la materia. I loro poteri e le loro azioni saranno pur eccezionali, come si conviene alla loro natura, ma saranno comunque soggetti alle regolamentazioni della vita materiale.

La significativa diversità ha convinto gli uomini arcaici a credere in essi come Dèi e, al contrario, gli uomini moderni, affetti spesso da un eccessivo uso analitico della mente, a relegare la convinzione degli antichi nell’angusto spazio della logica umana.

Vale nuovamente la pena rammentare come nel Mito Norreno gli Dèi siano definiti Uomini, mentre gli esseri umani sono chiamati i “figli degli Uomini”.

Tratto da Rune: la Conoscenza Arcana

di Úlfgaldr Valtýsson

Άsa-Ódhinn Editore




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