29 marzo, 2024

Freyr

Freyr

Freyr, il cui nome significa “Signore”, è la divinità appartenente alla terza funzione. Figlio di Njörðr, ha come sorella Freyja, la Signora. Freyr appartiene alla stirpe dei Vanen ed è conosciuto come dio dell’abbondanza (Árgoð) e dispensatore di ricchezza (Fégjafi). Governa la pioggia e lo splendore del sole, la crescita della terra e le ricchezze degli uomini. La sua dimora è quella degli Elfi di Luce.

Nell’Edda di Snorri si legge: «Njörðr a Nóatún ebbe due figli, il figlio si chiamò Freyr e la figlia Freyja. Erano belli d’aspetto e potenti. Freyr è il più nobile fra gli Æsir; egli governa la pioggia e lo splendore del sole, e quindi i frutti della terra. È bene invocarlo per le messi e per la pace. Egli ha potere sulla prosperità degli uomini.» In questo passo si evidenzia come Freyr, a seguito della pace tra Άsen e Vanen, venga integrato a pieno titolo tra gli stessi Asi e Odino, Padre di Tutti, lo acquisisce come proprio figlio, così come si evidenzia nella Saga degli Ynglingar.

Immagine acquisita dal web

Secondo Adamo da Brema, Freyr era rappresentato nell’antico tempio di Uppsala con un fallo enorme eretto (cum ingenti priapo), sottolineando la funzione fecondatrice alla quale il popolo si rivolgeva per ottenere prole e fertilità. Nella Saga degli Ynglingar si menziona come dopo la dipartita di Ódhinn, Njördhr (Signore dei Vanen) diventi governatore degli Svíar (Svedesi) e alla sua morte, dopo essersi fatto consacrare a Odino seguendo il rituale prescritto, lascia il regno a Freyr. Questi sposterà la residenza da Fornu Sigtunir (Antica Sigtuna) a Uppsalir (Uppsala), che diventerà il centro politico e religioso della Svezia.

«Freyr aveva anche un altro nome, Yngvi. Il nome Yngvi fu da allora a lungo considerato nella sua stirpe un alto titolo e i suoi discendenti furono da allora chiamati Ynglingar» (Leggende e miti vichinghi di G.C. Isnardi, Rusconi Editore, 1989).

«Amato dalla comunità per queste sue qualità, Snorri riferisce che quando re Freyr morì, al popolo fu detto che egli si ritirò per vivere in un tumulo. Da allora vennero fatte offerte al re attraverso tre feritoie appositamente predisposte. Questo ci dà l’idea di come il sovrano dovesse essere tenuto in grande considerazione dagli Svíar in funzione proprio della sua capacità di elargire ricchezza. Ciò fu il motivo per il quale la sua morte venne tenuta segreta per un certo lasso di tempo» (Le Rune Arcane di Massimo Nobili, Άsa-Ódhinn Editore, 2019).

Nella Saga degli Ynglingar è detto che egli stesso è sacerdote sacrificatore. Gli animali sacrificati al dio sono il cavallo e il cinghiale, entrambi sinonimo di fertilità.

Freyr fu un dio molto amato. Ciò appare chiaro nell’Invettiva di Loki dove si dice essere di “conforto per tutte le creature”. Non di meno vengono sottolineate le sue peculiarità guerriere nel Carme di Skírnir dove ci si riferisce a Freyr come “condottiero degli Dèi”.

Immagine acquisita dal web

Il culto di Freyr appare particolarmente sentito nell’antica Svezia dove si menziona che un tale Gunnar Helmingr insieme ad una sacerdotessa del dio, portava in processione rituale l’effige di Freyr allo scopo di dispensare pace e prosperità al popolo. Una cerimonia analoga dei popoli germanici viene raccontata da Tacito a proposito di Nerthus, la cui etimologia è pressoché identica a Njörðr, padre di Freyr. Una reminiscenza di tale rituale la si può ritrovare nella Svezia del medioevo: il Sankt Erik di Uppsala. Processione analoga era l’Eriksgata, durante la quale il re neoeletto attraversava il regno prestando giuramento al popolo per dispensare pace e abbondanza.

Tutto riconduce al dio Freyr e alle sue funzioni che dovevano necessariamente essere assorbite ed espletate dal re pena la sua testa, qualora il sovrano non era in grado di assolvere ai suoi doveri nei confronti del popolo.

Più o meno come accade nei tempi recenti insomma…..

HEILL FREYR!




Post Correlati