L’osservazione della ritualità dell’’Equinozio di Primavera, pur non essendo una delle festività del periodo antico, è stata integrata in epoche successive in considerazione della sua indiscussa importanza. La celebrazione di Ostara, che prende il nome dalla dea Eostre matrona della fertilità, è di origine germanica e il suo culto si diffuse in tutta Europa a seguito delle migrazioni delle tribù germaniche. Come tutte le altre celebrazioni essa rispetta una fase di circa 15 giorni e non ad un solo giorno, come invece attualmente si usa.
Esiste poi una sostanziale differenza tra l’equinozio primaverile e Ostara.
L’equinozio è infatti il momento in cui astronomicamente il sole cade con un determinato angolo sull’asse terrestre. Erroneamente oggi si considera e si celebra questo momento (che avviene intorno al 21/24 di marzo), come il “primo giorno di primavera”. E’ un’imprecisione se si tiene in considerazione che anticamente il cambiamento ciclico non era dato dal calendario gregoriano, ma dai cambiamenti climatici e dai mutamenti della Natura. Quindi la condizione astronomica non sempre corrispondeva al cambiamento stagionale e ciò vale ancor di più oggigiorno in considerazione dei mutamenti climatici.
Ostara viene celebrato nel periodo di transizione che oscilla tra la seconda metà di marzo e la prima parte di aprile.

In termini più spirituali possiamo dire che Ostara indica il Risveglio e il Rinnovamento mediante purificazioni rituali, alla scoperta delle nostre forze vitali in connessione con quelle della Natura.
I riti iniziano come sempre la sera precedente il momento del culmine, e, durante Ostara, vengono tenute Pratiche in onore delle divinità silvane e dei boschi sacri.