29 marzo, 2024

Spiritualità e religione

Spiritualità e religione

Mi preme fare chiarezza sul significato più profondo dei termini spiritualità e religione, osservando inoltre la diversità tra una religione attiva e una passiva.

Già in un precedente articolo affrontai questa tematica con l’intento di fare maggior chiarezza su terminologie che, a mio avviso, creano in quest’epoca un po’ di confusione. Cercherò quindi di approfondire questi argomenti con l’obiettivo di fornire ulteriori elementi di riflessione.

Come ho già evidenziato i termini spiritualità e religione  hanno radici differenti benché vengano spesso usati come sinonimi in funzione di caratteristiche simili. La spiritualità è un modo di percepire la vita che va oltre la materia tangibile e che non può prescindere dalla valorizzazione dell’esperienza personale, ragion per cui essa non è strettamente legata alla religione. Viceversa quest’ultima è riconducibile ad un insieme di credenze e riti che coinvolgono spesso più individui in un’esperienza comune considerata sacra e che, tradizionalmente, implica la presenza di una o più divinità. La religione dunque contiene, o meglio, dovrebbe contenere i princìpi della spiritualità, princìpi che vengono applicati e resi tangibili attraverso pratiche volte a rendere un momento (il rito per esempio) espressione del sacro. Il punto è che tale espressione dovrebbe idealmente pregnare tutta la quotidianità dell’individuo e non solo il momento specifico, così da mantenere la consapevolezza spirituale dell’esistenza e dare maggior forza alle nostre azioni.

La spiritualità è dunque il motore principale dell’individuo teso costantemente alla ricerca di un contatto con il

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divino, mentre la religione dovrebbe essere l’applicazione pratica di tale Sentito, attraverso pratiche codificate e ripetute nel tempo, ma altresì, estendendo ed elevando tale concetto attraverso la ricerca della Consapevolezza e l’applicazione della stessa nel quotidiano. In buona sostanza, nel momento in cui viviamo la nostra quotidianità con tutte le sue implicazioni positive o meno, mantenendo o cercando di mantenere coscienza sui nostri princìpi spirituali, stiamo in maniera non formale, applicando concretamente la nostra spiritualità e amplificando il concetto di religione.…. attiva. E questo è uno dei princìpi dell’Ásatru.

L’epoca attuale è fortemente influenzata dalle tre religioni monoteiste, le quali si sono sempre imposte, a differenza di tutte le fedi politeiste, in modo violento e distruttivo con l’obiettivo ben preciso e sempre dichiarato di convertire il mondo interno, o con le buone o con le cattive. La storia e piena di massacri e guerre di religione in nome dell’unico dio, indipendentemente da come lo si vuole chiamare. E a nulla valgono ora le scuse formali o meno dei genocidi e atrocità compiute in passato poiché essi hanno concorso a creare lo stato sociale, economico e politico attuale. La tendenza delle religioni monoteiste non è mai cambiata nei millenni, perché attraverso la politica, l’impero economico e le guerre, hanno sempre cercato di imporre il loro dominio e sempre cercheranno di farlo. E’ insito nella loro stessa natura. Un cancro è un cancro. Semplicemente.

Ma oltre ad un’evidenza di questo genere è necessario prendere in considerazione la manipolazione subdola e profonda, un nemico forse ancora più grande dell’attacco violento e distruttivo messo in opera dal monoteismo.

Queste religioni sono fondamentalmente religioni del Credere e non del Conoscere. Tutte le fedi  antiche hanno sempre, attraverso le loro Pratiche, cercato un contatto attivo con il divino e mediante esso la possibilità di elevarsi spiritualmente. Non a caso la magia ha sempre fatto parte di tali Pratiche, perché elemento dinamico di contatto con la Natura e con gli Dèi tribali. E’ molto interessante il punto di vista di Davide Melzi nel suo libro “Lo Sciamanesimo boreale” dove chiarisce in maniera molto semplice la diversità tra l’uomo antico e quello moderno, fortemente influenzato questi dai concetti monoteistici: l’uomo antico è reale e naturale perché conosce la dimensione del divino, mentre l’uomo moderno, in quanto decaduto, ha la necessità di credere in essa. In tale affermazione si scorge in maniera netta la differenza tra un tipo di religione attiva mediata attraverso l’azione quotidiana e cadenzata dai momenti dei riti e delle celebrazioni, e una passiva, attraverso la sola partecipazione alla liturgia specifica (si veda la messa cattolica). Inoltre è da evidenziare come tutte le religioni monoteiste, al di là di quello che dicono a parole, abbiano basi comuni:

  • la concezione antropocentrica, dove l’uomo è al centro di tutto l’universo, signore e padrone indiscusso di ogni cosa vivente e non
  • la concezione salvifica mediante la quale ogni individuo è salvo per il semplice fatto di abbracciare la fede proposta attraverso una ideazione assistenzialistica
  • la detenzione del post mortem
  • l’affermazione di essere l’unica vera religione a detenere la Verità
  • la necessità di avere dei ministri di culto che ti dicono cosa è giusto e cosa no. Cosa puoi e cosa non puoi fare
  • il dogma (princìpio invalicabile e non discutibile)
  • l’idea che esseri appartenenti al Regno Animale, uomo a parte, non abbiano un’anima
  • un palese stato di inferiorità della donna in quanto percepita come impura e pericolosa
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Come si può notare, anche avendo solo un minimo di conoscenza delle fedi politeiste, sono evidenti le profonde diversità tra le due tipologie.

L’Ásatru è una religione attiva, pregna di una spiritualità antica applicabile anche nell’epoca moderna, seppur con alcune inevitabili differenze considerati i millenni trascorsi.

Ma, come spesso dico, ciò che non può cambiare è l’essenza.

Ciò che è necessario fare è Scegliere la Via e seguirla con perseveranza, cercando di applicarne i princìpi nella vita di tutti i giorni. Questo è ciò che differenzia un lupo, libero per sua natura, da una pecora, che vuole solo essere condotta senza farsi domande e senza fare molta fatica.

                                                                                           Úlfgaldr




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